Una vacanza a passo lento, alla scoperta dell’Amiata più autentica
Si dice che nella vita si possano visitare tanti luoghi, ma vivere un luogo è un’esperienza molto diversa, che si può fare soltanto poche volte. Visitare, in fin dei conti, è il semplice gesto di recarsi da qualche parte, dare un’occhiata rapida a quanto più possibile e nel minor tempo possibile, come se si fosse alla grande abbuffata di un all you can eat, per poi tornare a fare esattamente quello che si faceva prima.
Il Monte Amiata, crediamo noi, non è luogo che si presta ad essere semplicemente visitato. Piuttosto è l’ideale per essere vissuto e vivere un luogo richiede più complessità, forse più tempo, ma il risultato finale è senza dubbio straordinario.
Abbiamo pensato allora a quali consigli avremmo potuto dare a chi, amante di quello che a volte viene chiamato turismo dolce o turismo lento, volesse provare non soltanto a visitare il Monte Amiata, quanto appunto a viverlo.
Scoprire le azienda agricole del territorio
In pochi lo sanno, ma prima che le miniere sconvolgessero tutto verso la fine del 1800, l’Amiata era una terra con una lunghissima tradizione agricola e di allevamento. Sebbene il suo modello fosse legato soprattutto ad un’agricoltura promiscua, con piccoli appezzamenti di terreno in mano a tanti proprietari ed una produzione destinata perlopiù all’autoconsumo, l’arte di coltivare, allevare e realizzare prodotti particolarissimi veniva tramandata come un bene prezioso.
Proprio da questo sapere antico nascono prodotti della terra unici come la pera picciòla, la cipolla della Selva, l’olivastra seggianese, il vino Montecucco o animali che devono il proprio nome a questa montagna (come il miccio amiatino, il famoso asinello crociato; la pecora amiatina; il suino macchiaiola di Seggiano). Per non parlare poi di prodotti davvero classici come la Ricciolina. E poi c’è tutta la lunga tradizione legata alla raccolta stagionale dei frutti selvatici del bosco come more, lamponi, fragoline, funghi e la regina dei prodotti agricoli locali: la castagna.
Far visita ad una di queste aziende (a chi coltiva il Marrone del Monte Amiata, a chi realizza prodotti caseari ovini o caprini, a chi coltiva i frutti del bosco…) e poi assaggiare direttamente in loco queste inconfondibili materie prime, può essere un’esperienza unica e appagante.
Esplorare gli antichi mestieri artigianali
La pietra e il legno. Sono questi i due materiali che per secoli la gente che popolava i nostri borghi ha lavorato, plasmato e utilizzato in ogni forma. Dalla più basilare esigenza di costruire case, alla più raffinata capacità di realizzare sculture.
Ancora oggi sopravvivono diverse aziende artigiane che continuano ad utilizzare il legno (soprattutto il castagno) e la pietra trachitica (il peperino) per costruire mobili, complementi d’arredo, opere murarie, ma quello che è forse più bello scorprire per chi vuole vivere il Monte Amiata è il momento in cui questo rapporto tra l’uomo e la materia si traduce in arte.
Conoscere, veder lavorare uno di questi mastri scalpellini o mastri intagliatori è un’esperienza incredibile. Anche perché ormai ne restano davvero pochi.
Tra contrade e terzieri
Quasi tutti i borghi della montagna sono caratterizzati dalla presenza di contrade, terzieri o rioni che animano le feste popolari, le tradizioni e le ricorrenze paliesche.
Il classico periodo in cui gustarsi un pezzettino della vita di contrada è quello delle feste d’autunno, ma ci sono molti altri momenti durante l’anno in cui queste piccole ed autentiche manifestazioni di attaccamento popolare al proprio paese e alla sua storia si aprono all’esterno, ad esempio in estate, durante il periodo delle festività natalizie, oppure proprio a ridosso degli eventi più importanti che le caratterizzano.
Guardare i borghi medievali con una prospettiva nuova
Molto spesso, in giro per l’italia (e ormai anche in montagna) ci si ritrova a visitare i centri storici “bomboniera”. Quelli tutti infiocchettati dalla presenza di centinaia di negozietti a perdita d’occhio che vendono tutti le stesse chincaglierie. Ecco, quel tipo di borgo lì è proprio il borgo che potrai visitare, ma non potrai mai vivere.
I centri storici che si trovano dalle nostre parti hanno la fortuna di essere rimasti fedeli alla loro vocazione originaria: la gente li abita ancora. In più sono riusciti a conservare quel fascino incredibile che solo l’autenticità può dare.
Camminare all’interno di uno di questi borghi, magari accompagnati da una guida esperta del luogo che può raccontarvi la storia e spiegarvi anche l’evoluzione che ha portato il paese dall’epoca medievale fino al presente, è un modo diverso di scoprire un luogo. Forse non tornerete a casa con un pinocchietto di legno, ma vi porterete negli occhi e nella mente la consapevolezza di aver davvero vissuto il Monte Amiata.