Brunello, Orcia, Nobile, Montecucco. Pici, pappardelle, cinta senese, pecorino di pienza, tartufo. Porcini, castagne e olivastra seggianese. Cantucci, tarallucci e ricciolina. Se vi è venuta l’acquolina in bocca non meravigliatevi, è normale. Siamo nel cuore della Toscana, immersi tra alcuni dei migliori sapori del mondo.
Proprio così, se sul Monte Amiata le specialità gastronomiche non mancano, siano esse frutto dell’ingenosa cultura culinaria di montagna come la Ricciolina o di madre natura, come i molti prodotti del bosco, tutto intorno alla montagna è un tripudio di alcuni dei prodotti tra i più celebri al mondo.
Non ci sarebbe neanche bisogno di presentarli i vini della bassa Toscana. I vitigni che danno vita all’Orcia e al Brunello si ritrovano appena discese le pendici della montagna, mentre il Montecucco proprio sull’Amiata inizia il suo percorso e poi discende verso valle, prevalentemente sul versante che guarda ai miti venti portati dal mar Tirreno. Poco più lontana la Val di Chiana e le terre del Nobile di Montepulciano.
Se le pappardelle sono un tipo di pasta molto diffuso un po’ in tutta la Toscana, i pici sono proprio tipici di queste parti. Detti così per via del fatto che durante la preparazione la pasta viene “appiciata”, pigiata e allungata a formare dei lunghi e spessi spaghetti, i pici da noi più tipici sono all’aglione, al ragù di carne o con uno spettacolare ragù in bianco di cinta senese.
Alcuni dei migliori formaggi stagionati, celbri in tutto il mondo, vengono prodotti nelle zone circostanti. Il nome Pecorino di Pienza ha ormai una notorietà tale da distinguerlo come uno dei formaggi più conosciuti. Ci sono poi anche altre relatà a noi vicine che producono specialità casearie di una bontà unica. Sicuramente i formaggi di Seggiano sono straordinari, ma le terre della Maremma sono ricche di moltissimi caseifici che producono ogni genere di prodotto caseario di altissima qualità: dal latte, ai formaggi freschi, ai formaggi stagionati. Proprio sull’Amiata ha invece ripreso il via una fiorente produzione dei prodotti caseari prodotti dall’allevamento della capra.
Servirebbe qualcosa per condire. Sull’Amiata siamo così fortunati che esiste una qualità di olive assolutamente tipica del territorio che è l’Olivastra seggianese. Una pianta resistente alle basse temperature invernali capace di crescere solo in questa zona, alle pendici della montagna e il cui olio è uno dei migliori in commercio e tra i migliori sapori del mondo.
Già che siamo tornati alla motagna vale la pena ricordarsi che la varietà di prodotti unici, talvolta particolari, che nascono sul Mote Amiata e sono introvabili altrove, è una straordinaria ricchezza del luogo tutta da scoprire. Chi è passato da queste parti non può essersene andato senza aver almeno assaggiato la Ricciolina e questo l’abbiamo detto, ma avete mai provato un buon piatto di carne guarnito con la pera picciola? O se siete capitati d’autunno un piatto dove protagonista fosse la castagna del Monte Amiata, o il porcino dei nostri boschi? Questi sono i prodotti più noti, ma sull’Amiata c’è anche chi alleva una razza suina particolarissima come il suino nero macchiaiola maremmana, chi produce zuppe, cerelai, tisane tutti rigorosamente a Km 0. E poi ancora confetture ai frutti di bosco, mieli, liquori ai sapori tipici della montagna (come il marrocino o il nocino) o riprodotti seguendo antiche ricette. Un microcosmo di biodiversità, gusti autentici e piccole produzioni tutto da scoprire e provare.