Sì, è vero, manca ancora un mese all’inizio dei festeggiamenti di Abbadia Città delle Fiaccole. Ancora 30 giorni prima che i fiaccolai si precipitino a prendere la legna messa a disposizione, facendo a gara per non farsi sfuggire i pezzi migliori. Noi però non stiamo nella pelle e abbiamo voglia di raccontarle le fiaccole.
Vogliamo guardarci un po’ alle spalle e cercare di riscoprire come la fiaccola, nella sua struttura, nei suoi materiali, nella sua forma e negli attrezzi utili a costruirla si sia evoluta nel tempo.
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Fino a non molti anni fa, le fiaccole avevano una forma un po’ diversa da quella che hanno assunto con il passare degli anni. Per la costruzione della fiaccola una volta ognuno contribuiva con quello che aveva in casa propria. Non solo legna da ardere di forme e dimensioni diverse, ma anche tavole vecchie ormai da buttare, travi sostituite dopo la ristrutturazione di qualche solaio, legna tarlata e ormai irrecuperabile, insomma in tempi in cui il legname per tenere acceso il camino o la stufa era davvero prezioso, nella fiaccola finiva spesso legna inutilizzabile in altro modo.
Tutto questo faceva sì che la forma della fiaccola avesse sì il carattere distintivo della pira, ma fosse molto più imprecisa e grezza, tanto che (come racconta uno degli anziani intervistati all’interno del libro di Giuseppe Sani, intitolato appunto “Le Fiaccule”) si diceva che la forma dovesse essere come quella del nido delle cecche, stretta sulla cima e più larga in fondo. Ci sono delle foto risalenti agli anni ’50 e primi anni ’60 in cui questa forma particolare emerge in tutta la sua evidenza.
L’altra grande differenza era rappresentata dagli strumenti utilizzati per la costruzione. Un tempo non esistevano le motoseghe e tutto il lavoro per tagliare, accorciare e sistemare i vari pezzi doveva essere fatto a mano, con l’accetta o con la sega. Andava quindi messa in conto una fatica davvero notevole e non si poteva certo pensare di star lì a tagliare molti tronchi dal diametro ampio. Era raro, dunque, trovare fiaccole costituite da legname di grande dimensioni, ad eccezione forse della base.
Come tutte le cose del mondo, anche le fiaccole hanno risentito del progressivo miglioramento della tecnologia e con l’arrivo delle motoseghe si sono potute costruire fiaccole sempre più belle, sempre più alte, dalle forme sempre più precise. Ad eccezione di qualche raro caso, è con l’avvento della motosega che la fiaccola ha assunto la vera e propria forma piramidale ormai tipica e questo già almeno dalla seconda metà degli anni ’60 in poi. Qualcuno dotato di più estro e fantasia nel tempo si è sbizzarrito ad ipotizzare forme innovative per la fiaccola, più artistiche, in certi casi suscitando anche frizzanti dibattiti. Così si sono viste fiaccole che ospitavano il presepe (da togliere al momento dell’accensione), fiaccole che hanno ripreso la forma della Croce monumentale della Vetta Amiata, fiaccole ellittiche, fiaccole che simulavano il vulcano e così via.
Con il tempo è cambiata anche l’organizzazione e la logistica delle fiaccole. Un ruolo importante per il centro storico lo ha da moltissimi anni la Società Macchia Faggeta che in vista di ogni Natale fornisce la sua legna di faggio alle vie del borgo per la costruzione delle loro fiaccole. C’è stato poi un tempo in cui i ragazzi organizzavano delle collette di quartiere per acquistare la legna per la propria fiaccola. Oggi invece la legna viene messa a disposizione, oltre che appunto dalla Macchia Faggeta, anche dall’Unione dei Comuni Amiata Val d’Orcia e Proloco e, tanto per tornare al punto da dove avevamo cominciato, è tra un mese che comincerà la corsa dei fiaccolai ad accaparrarsi il legname migliore.
Negli ultimi anni le fiaccole sono diventate sempre più alte, fino a raggiungere il fatidico limite di 7 metri, sempre più precise, ma ancora per costruirle si tramandano tecniche antiche. Dove fare la tacca per poggiare il piano superiore, come tirare su i tronchi con le funi, come rimanere dritti in modo che la fiaccola abbia una struttura perfettamente solida. Così le fiaccole hanno conservato il loro fascino straordinario nel tempo, mantenendo intatta tutta la loro ancestrale meraviglia.