La castagna dell’Amiata, si sa, è una prelibatezza straordinaria, una delle migliori specie presenti in Italia. Oggi è diventata un alimento di pregio che attira appassionati del suo gusto inconfondibile da ogni parte del mondo, una piccola nicchia di amanti che attende impaziente l’autunno per poterla cucinare in mille modi sulle proprie tavole.
Oggi con le castagne si fa la pasta (ideale tra l’altro per chi è intollerante al glutine), si fanno snack e creme spalmabili e si guarniscono decine di piatti (carni in particolare) per dare un sapore davvero inconfondibile. Ovviamente anche per noi che viviamo ogni giorno la montagna non potrebbe esistere l’autunno senza le castagne, ma per i nostri nonni, i loro nonni e i nonni dei loro nonni la castagna era qualcosa di molto di più. Era il pane, l’alimento principale sul quale dovevano basare il loro sostentamento e la loro capacità di superare i gelidi inverni di montagna. Per questo c’è sempre stato e sicuramente c’è ancora adesso, un grande rispetto per questo frutto. Un rapporto di lungo corso, come due amanti che hanno trascorso insieme una lunga vita.
Quando si trascorre così tanto tempo insieme, è inevitabile, vengono fuori un sacco di nomignoli, ognuno destinato ad un particolare modo di cucinare la castagna e ad Abbadia ne abbiamo alcuni davvero curiosi. “Gogliuli”, ad esempio, è il nome delle comuni caldarroste, quando la castagna viene arrostita al fuoco o sulle braci e si fa croccante e succulenta. Un ideale spuntino per le serate fredde dell’autunno e dell’inverno. “Suggiuli” deriva invece il proprio nome dalla castagna che, come si può immaginare, si succhia. Le castagne vengono messe a bollire ancora con la buccia in una grossa pentola e, una volta pronte, si schiaccia il guscio con i denti e se ne succhia il dolce contenuto. Le “Mónne”, infine, sono forse uno dei più raffinati e tradizionali modi di cucinare la castagna dell’Amiata. Si utilizza preferibilmente la varietà “Marrone del Monte Amiata”, lo si sbuccia e si mette a bollire assieme ai semi di finocchio. Il risultato è una pietanza dal sapore inconfondibile e straordinariamente unico.
Certo, dalla tradizione abbiamo ereditato ancora moltissime altre ricette, alcune delle quali fatte proprio con la farina di castagne. Come dimenticare infatti il castagnaccio, la polenta dolce, la marmellata di marroni… Preziosi tesori culinari che stanno lì a ricordarci il nostro legame indissolubile con la montagna, la sua natura e la sua stagione autunnale. Stagione che oggi aspettiamo tutto l’anno per tornare ancora una volta ad assaporare la castagna dell’Amiata.