Terra di antichi borghi medievali, di fortezze e di castelli. Visitare il Monte Amiata attraverso una delle sue caratteristiche meno note, eppure non meno affascinanti, può rivelarsi una piacevole sorpresa. Ma quali sono le informazioni più importanti da sapere per visitarli con un gruppo?

Non aspettatevi il borgo “bomboniera”
Sul Monte Amiata i centri storici hanno conservato le loro funzioni originarie di luoghi abitati e come tali sono, per la maggior parte, ancora profondamente vissuti dalla popolazione locale. Pur avendo tutto il fascino dei borghi antichi in pietra trachitica, non aspettatevi di trovare le schiere di negozietti di souvenir. Sono realtà molto particolari che si possono godere appieno solo se li si apprezza per quello che sono veramente: centri medievali, perfettamente conservatisi nella storia, dove ancora la biancheria viene stesa alle finestre e la domenica l’invitante odore del pranzo in preparazione riempie i vicoli.

Ogni borgo ha le sue peculiarità
In ogni centro storico, dal più grande al più piccolo, si possono trovare caratteristiche uniche anche se, probabilmente, se si organizza una gita in gruppo è giusto pensare di dedicare al massimo un paio d’ore ad ogni località per poi passare ad un altro, in modo da occupare una mezza giornata in questa attività.
La cosa migliore è suddividere la visita per tematiche o, alternativamente, per prossimità geografica. Ad esempio, se si sceglie di visitare le fortezze degli Aldobrandeschi, la nobile famiglia che governò buona parte del Monte Amiata in epoca medievale, varrà la pena organizzare una visita ad Arcidosso e al suo castello ed unirla al borgo di Santa Fiora (che fu letteralmente la capitale della loro contea) o anche a Piancastagnaio e alla sua Rocca. Ma gli Aldobrandeschi sono un tema che può arrivare a collegare anche borghi più distanti e più a valle, come Radicofani e Castiglione d’Orcia.
La visita alla fortezza di Radicofani e del bandito Ghino di Tacco si associa molto bene alla visita al borgo di Abbadia e alla sua Abbazia, vista la breve distanza tra le due località. Ma proprio per via del suo bellissimo e antico monastero, la visita ad Abbadia San Salvatore potrebbe essere anche associata ad una gita all’Abbazia di Sant’Antimo che, è vero, è un po’ più distante, ma si presta benissimo per il tema delle abbazie benedettine. Infine, è molto facile unire la visita tra Castel del Piano e Seggiano dato che occorrono non più di una decina di minuti per arrivare da un posto all’altro.
La stagione migliore
In realtà non esiste un momento migliore per visitare i borghi e le loro abbazie o i loro castelli. Ovviamente, uno dei momenti più caratteristici è quello autunnale e non ci riferiamo solo a quello delle feste d’autunno, ma in generale a tutta la stagione in cui la montagna, tra funghi, castagne e un meraviglioso foliage, dà il meglio di sé.
Un altro periodo poco conosciuto, ma nel quale a nostro avviso si ritrovano giornate straordinarie, è quello della primavera, dove questi borghi letteralmente rinascono dopo l’inverno e le giornate che si allungano permettono di poterli visitare con più calma, magari anche nel pomeriggio.
Ultimo periodo che ci sentiamo di consigliare è il mese di settembre. Ormai da qualche anno è letteralmente un prolungamento dell’estate, dove si può godere anche di un po’ di refrigerio e di belle giornate, oltre alla bellezza dei centri medievali.